Devo essere sincera, quando sul forum della Cucina Italiana ho visto questo post, l’ho aperto per via del titolo, ihihi, me ne sono sentita terribilmente attratta, che vorrà dire?
Dedico ‘sta ricettina a tutte le “donne sull’orlo di una crisi di nervi” a quelle che tornano a casa e hanno 10, dico dieci minuti, per preparare un piatto di pasta!! 😉
La ricetta prevedeva, in realtà, le mezzemaniche, ma, chissà perchè, ci vedevo meglio i bucatini, forse mi ricordano i miei capelli in certi momenti???
Vi posto una ricettina molto semplice per un condimento da preparare mentre bolle l’acqua. Certo non è dietetica ma molto gustosa !
Ingredienti:
1/2 barattolo di pomodorini
100 gr di guanciale o pancetta tesa
1 cucchiaio abbondante di pesto genovese
2 cucchiai di crema di latte
Vino bianco
1 scalogno
Peperoncino piccante
Olio evo
Procedimento:
In una padella che possa contenere la pasta, scaldare un filo di olio con lo scalogno e il peperoncino (una schizzofrenica che si rispetti è piccante). Aggiungere il guanciale tagliato a dadini. Quando è rosolato sfumare con il vino. Quando è evaporato aggiungere i pomodorini far rapprendere, mettere il pesto e la crema di latte. Dopo 1 minuto spegnere. Lessare le mezze maniche al dente, scolare e spadellare nel condimento. I miei dicono che la “schizzofrenica” mi viene particolarmente bene, che dite ci sara’ un doppio senso?
Rita, grazie, venuta particolarmente bene anche a me 😉
Nonna Ines in realtà è mia suocera, ma la chiamiamo nonna perchè ha quasi 90 anni, ed è la nonnina più dolce del mondo
E’ lei che mi ha insegnato il ragù, anche se mai e poi mai riuscirò a farlo come lo faceva lei, era insuperabile. Prima di conoscerla, a casa mia il ragù era il sugo, mia nonna e mia mamma lo facevano alla maniera del sud, credo… con la carne a pezzi, spesso col coniglio. Anche se in Umbria il ragù c’era, mai però mi passava per la testa di provare a farlo, neppure lo mangiavo, c’era il sugo e basta. Tutto questo fino a che non ho conosciuto il suo ragù.
Questi gli ingredienti che usava: 750 gr. di macinato mediamente magro 3 salsicce grandi, ma più spesso 250 gr. di durelli di pollo (quando li trovo li preferisco) 4/5 fegatini di pollo 20/30 gr. di funghi porcini secchi 2 scatole grandi di pelati 6 cucchiai di concentrato di pomodoro 1 cipolla 1 grosso ciuffo di prezzemolo sale olio Aveva un metodo tutto suo, forse c’è anche un perchè, io non l’ho mai capito, fatto sta che continuo a fare come vedevo fare a lei, sì perchè lei non mi ha mai detto come fare, non mi hai mai scritto la ricetta, mi diceva “mettiti qui con me e guarda” Insomma, per farla breve lei prendeva una grossa pentola, ci buttava dentro il macinato, le salsicce, la cipolla, il sale e l’olio. Io uso l’extravergine, lei no, usava l’olio di semi, così veniva “riggero”, diceva. Insomma, mica poi così tanto leggero, prendeva quella bottiglia e non finiva mai di versare. Io ne metto un bicchiere scarso. Metteva tutto così a freddo, non so perchè non faceva il soffritto prima, mi piacerebbe saperlo però…
Un paio d’ore prima, però, metteva a bagno i fegatini in acqua e aceto. Un paio di volte cambiava l’acqua, li sciacquava e rimetteva altro aceto. Quando trovava i durelli (lei li chiama cipolle), metteva a bagno fegatini e durelli di pollo.
Poco prima metteva a bagno in acqua calda i funghi secchi a rinvenire, ma questa, come quella della salsiccia, è un’usanza che aveva acquisito negli ultimi 10/15 anni, mi pare. Altrimenti il suo ragù era solo durelli, fegatini e macinato.
Quando i fegatini avevano finito l’ammollo, iniziava quello che a me pareva un rito: si metteva tranquilla sul tavolo della cucina e iniziava a spezzettare con la mannaia le interiora di pollo. Lo faceva con molta calma, io credo che di tutta la preparazione fosse la cosa che gli piaceva di più. Io spezzetto con le forbici o col mixer.
Quando la carne a freddo, salsiccia, macinato, olio e verdure avevano preso colore, allora aggiungeva i fegatini, dopo diceva, perchè cuociono in meno tempo. A questo punto tutta la carne doveva cuocere bene, soffriggeva ma a fuoco basso finchè si asciugava tutta e non appena iniziava a sfrigolare, alzava un po’ il fuoco, ci buttava dentro un bel bicchiere di vino rosso e abbassava la fiamma.
Quando il vino era evaporato e maneggiando col cucchiaio di legno, la carne ricominciava a sfrigolare bene, solo allora ggiungeva i funghi, mai prima di allora. A quel punto funghi e carne dovevano cuocere un altro poco insieme, qualche minuto, perchè si amalgamassero bene i sapori facendo però molta attenzione che non si attaccassero.
Poi aggiungeva 5 o 6 cucchiai di concentrato di pomodoro sciolto insieme a poca acqua, se no diceva “non si colorisce”, e maneggiava bene per amalgamarlo fino a che tutta la carne lo aveva assorbito.
E qui veniva il punto cruciale, aggiungeva 2 barattoli di pomodoro pelato, li spezzava col cucchiaio di legno maneggiando e aiutandosi anche con una forchetta, metteva a fuoco bassissimo, pentola scoperta e aspettava che facesse le fatidiche “bolle”, e da questo momento, guai a maneggiare! Il perchè non lo so, quando glielo chiedevo, lei mi rispondeva “si fa così” e basta, e non perchè non volesse svelarmi un segreto. Io non ci sono mai riuscita, ho sempre paura che mi si attacchi il tutto e maneggio ogni tanto. Lei no, non maneggiava mai e il sugo non gli si attaccava, ma come faceva? E perchè dopo le bolle non maneggiare? Comunque faceva bollire piano piano, pentola scoperta e un tempo interminabile, forse tre ore o più? Non lo ricordo, io faccio bollire circa due ore.
Ecco, forse, anzi sicuramente, sono tutte queste differenze nella preparazione a fare del suo ragù un’altra cosa. Le interiora spezzate con la mannaia, il non rimestare mai, il mettere la carne a cuocere a freddo insieme all’olio e solo con la cipolla e prezzemolo. Fatto sta che nessuno della famiglia riesce a farlo come lo faceva lei, ormai abbiamo smesso di imitarlo, o forse sono i ricordi che ce lo fanno sembrare a tutti diverso, un mito il suo ragù. Comunque, eccolo quà finito il “mio ragù”. A casa comunque chiedono e gradiscono, perchè dopo quasi 20 anni che ci provo alla fine non è poi così male!