Veramente avevo deciso che, cena della Vigilia a parte – a proposito voi che fate?? – la cucina era chiusa! e poi, poi… ho visto questi pasticcini, deliziosi e innevati, e me ne sono immediatamente innamorata, ho pensato li voglio! … detto, fatto!
1 cucchiaio raso di estratto di vaniglia (o i semi di una bacca)
275 g di farina 00
100 g di noci tritate finemente
un pizzico di sale
zucchero a velo per la copertura
Procedimento:
Lavorare in planetaria (o nel robot, ma anche a mano) il burro morbido con lo zucchero a velo, unire l’estratto di vaniglia ed un pizzico di sale e amalgamare bene il tutto.
Aggiungere tutta la farina setacciata e le noci tritate ed impastare velocemente il tutto fino a quando la farina sarà assorbita.
Avvolgere l’impasto con la pellicola e lasciar riposare in frigorifero per due ore; formare 45 palline (circa 15-16g ognuna) senza scaldare troppo l’impasto, lasciarle riposare in frigo per un’altra mezz’oretta, sistemarle leggermente distanziate su una teglia rivestita di carta forno ed infornare in forno preriscaldato a 170°C per circa 18-20 minuti, i dolcetti non devono assolutamente dorare.
Una volta sfornati risulteranno morbidissimi e delicati, lasciarli raffreddare 5 minuti, passarli subito in abbondante zucchero a velo e lasciarli raffreddare su una griglia; una volta freddi, ripassarli ancora nello zucchero. Conservare in scatole di latta.
Vi ho sentito, ehehe, dite la verità! avete pensato… ma che s’è inventata, mo, questa?? Nulla in realtà, nulla che non ci fosse già in giro, vabbè, in giro, se seee da lui! Lo avevo assaggiato a Napoli, era sublime, mi si è insinuato in mente, un tarlo leggero, etere e profumatissimo, ma lo volevo Natalizio, insomma, conciato per le Feste, e allora…
… allora l’ho modificato un pochino, le mandorle invece degli amaretti, il profumo dell’arancia al posto del limone poi il Cointreau che ha sostituito l’amaretto di Saronno. E il panbabà di Adriano, è diventato un pane che profuma di Natale!
Poi, stamani, mia figlia lo assaggia, al primo morso mi fa, mamma profuma di pandoro!ah, ecco cos’era che mi ricordava, ho pensato…
e pensavo… un panbabà, al lieve sapore di pandoro, arricchito di mandorle, eccoooooo sì, ho trovato anche il nomeeeeeeee!!
Il Pandorlato, vero che è carino? 🙂
Insomma, e poi Natale eccolo, non avete fatto il panettone perchè non avete il lievito madre?? non avete fatto il pandoro (il suo, ovviamente) perchè vi spaventa? non avete più tempo??
Be’, allora la soluzione, eccola, fate il pandorlato si fa in un solo giorno! … unica difficoltà? è tosto da incordare, quindi ci vuole una planetaria, ma ce l’ho fatta io con quel catorcio della mia, quindi forza al lavoro chè a Natale manca poco, lo trovate un giorno?? 😉
IL PANDORLATO®, ovvero il panbabà di Adriano conciato per le Feste!
Ingredienti: 280gr farina W 350 (ho usato la rieper gialla, in alternativa manitoba del supermercato) 80gr latte intero 90gr zucchero 110gr burro 180gr uova intere (3 uova) 8gr lievito di birra fresco 5gr sale zeste grattugiata di 1 arancia 2 cucchiai di cointreau 1 cucchiaino miele d’acacia 1 manciata di mandorle con la pelle
Al mattino verso le 8:
note: io ho iniziato al mattino e infornato la sera, ma è possibile il contrario. Mescoliamo il latte intiepidito con il lievito, il miele e 70gr di farina, copriamo. Dopo una mezz’ora (deve gonfiare) uniamo gli albumi, il resto della farina e mescoliamo, con la foglia, a vel. 1 (ken). Uniamo il sale, il liquore e portiamo lentamente a vel. 2, incordiamo (ci vorranno 5 – 10 minuti).
Riduciamo a vel. 1,5 ed uniamo un tuorlo, alla ripresa dell’incordatura aggiungiamo un altro tuorlo e metà dello zucchero, riprendiamo l’incordatura ed uniamo l’ultimo tuorlo con tutto lo zucchero, incordiamo.
Serriamo l’incordatura ed uniamo, un cucchiaino alla volta, 40gr di burro fuso freddo, portiamo a 1,5, incordiamo ed aggiungiamo il burro rimanente morbido a pezzetti, insieme alla buccia di arancia, incordiamo.
Dovrà presentarsi lucido e ben legato.
note:io ho faticato un po’ ad incordare, alla fine, dopo il burro morbido, ho aggiunto 15 gr di farina (ho usato la rieper gialla, credo sia ottima anche la Lo Conte).
Poniamo in un recipiente da frigo, sigilliamo e, dopo 40/50 minuti (assicurarsi che parta la lievitazione), poniamo in frigo in una zona sui 6 – 7°per circa 6/8 ore.
note: con questo freddo io in frigo non avevo oltre 5°, ho misurato la temperatura sul pianerottolo fuori della porta di casa, avrà riso il condominio, ma chissenè, erano 8/9° precisi, e lì l’ho lasciato!
Tiriamo fuori dal frigo (o dal pianerottolo ;-)) e, dopo 30′ minuti, rovesciamo sul tavolo infarinato e diamo le pieghe del tipo 2, dovremo ottenere una massa compatta.
Con la chiusura sotto arrotondiamo e trasferiamo in uno stampo da panettone da 750 gr. 16×11 cm. Copriamo con pellicola e poniamo in forno spento, lampadina accesa fino a che non arriva ad un dito e mezzo sotto il bordo dello stampo.
note: a me ci sono volute circa 3 ore, ma leggevo in giro che a qualcuno ce ne ha messe meno di 2, ad altri anche 5 ore, per cui controllate!
Pennelliamo delicatamente con albume leggermente battuto e spolveriamo prima con zucchero a granella, poi decoriamo delicatamente con le mandorle a piacere, infine spolveriamo con zucchero a velo.
Quando quest’ultimo sarà assorbito spolveriamo ancora con zucchero a velo, e inforniamo a 180° per circa 30 minuti, su placca del forno, posizionata su grata bassa, perchè cresce molto.
Controlliamo di frequente che lo zucchero non bruci, casomai copriamo con carta stagnola. Sforniamo e poniamo su una gratella fino al raffreddamento.
note: nel mio forno 180° sono pochi, io ho infornato prima a 210° poi ho abbassato a 190°, ma ognuno conosce le caratteristiche del proprio, per cui regolatevi.
piesse: Elvira ha detto che devo registrare il nome e io l’ho fatto, ahahaha!! il Pandorlato®
O meglio, di quello che è rimasto del panettone! Perchè uno lo avevo già incartato da destinarsi a regalo, l’altro ce lo stavamo già pappando 😉
Quindi, accontentatevi delle foto delle fette, ma la cupoletta c’era, c’eraaaaaa, giurin giurello!!
Il mio Maestro, quando gli ho sottoposto la foto del risultato, ha detto…la mollica è lei! woooowwww!! e per lei la si intende filante, non sto nella pelle, ce l’ho fatta!
– e il sapore com’era? mi ha chiesto…
– sa di panettone, e la cosa incredibile è che oltre la vaniglia (quella buona, quella vera, ovvio) non c’era nessun’altro aroma!
– è questo l’importante, mi ha risposto, che sappia di panettone senza l’aroma specifico!
Per la ricetta, siete ancora in tempo, la trovate qui 🙂