Continuiano le lezioni di fotografia di base di Michele Genito, questa volta l’argomento affrontato è:
CAPIRE IL DIAFRAMMA NELLE FOTOCAMERE
Il diaframma nelle fotocamere reflex ha un funzionamento simile a quello dell’iride nell’occhio, cioè chiudersi o estendersi al variare delle condizioni di luce. Questo succede anche nella fotografia con una scala adimensionale f che ne misura l’apertura riportandone i valori che vanno in genere da 1 a 32 (in teoria all’infinito).
Questi valori sono impostati in modo che tra l’uno e l’altro ci sia un dimezzamento della luce necessaria ad esempio ad 1.4 avremo bisogno della metà della luce rispetto a 2.
Scattare in priorità diaframma (AV) è una delle regolazioni preferite da fotografi poichè consente di ottenere un risultato creativo a seconda di come questo viene impostato. Nelle foto sotto riportate è stato impostato in priorità il diaframma e noteremo come ad f4.0 lo sfondo sia sfocato, mentre salendo di valore è sempre piu nitido. Un’altra cosa importante da tenere in considerazione è il tempo necessario per catturare la foto infatti avendo un diaframma aperto la quatità di luce che lo attraversa è maggiore e di conseguenza ci vorrà meno tempo per scattare. Sono riportati i dati del diaframma e del tempo sotto ogni miniatura in modo da osservarne l’andamento.
Continuiamo con i post di Michele Genito, questa volta gli argomenti affrontati e anche richiesti dai lettori, sono, a grande richiesta il bilanciamento del bianco, e lo scatto in raw o in jpg:
RAW e JPG: CONSIGLI SULLO SCATTO
Spesso ci limitiamo a scattare le nostre foto in jpg nonostante la disposizione di un raw secondario. Questo è uno dei grandi errori di chi fotografa poichè il raw ha una qualità ed una quantità di informazioni superiori. Vediamo quindi quali sono i suoi vantaggi:
Nel caso dovessimo scattare per sbaglio una foto sovraesposta o contrario abbiamo la possibilità di gestire l’esposizione direttamente dal file senza grandi perdite di qualità grazie a programmi come camera raw lightroom o simili. Oltre questa funzione abbiamo molte regolazioni che il jpg non consente completamente come il bilanciamento del bianco, la temperatura, contrasto, saturazione, vignettatura e molto altro.
Nel jpg ci limitiamo ad alterare i pixel, per questo la qualità è inferiore. Ne è prova anche il suo peso in megabyte, in genere su 10 megapixel abbiamo un file da 2.7 mb mentre il raw raggiunge anche i 12 mb questo perchè nel primo caso si ha una compressione eliminando una gamma di tonalità che dall’occhio non sono completamente percepibili utlizzando una profondità di 8bit mentre nel secondo si hanno 12bit e ciò vuol dire anche la possibilità di eliminare il clipping. Nel complesso però lo svantaggio del raw è nello scatto multiplo poichè molto pesante influisce negativamente nella scrittura dei dati in card rallentandone l’operazione. Il consiglio che vi possiamo dare è di scattare entrambi per poi decidere se andare a ritoccare con una buona qualità esportando dal raw un Tiff adatto per le stampe o semplicemente lasciare la foto intatta in jpg. Vediamo un esempio di parte bruciata e recuperata grazie all’alterazione dell’esposizione selettiva usando una maschera sulla zona interessata:
Il bilanciamento del bianco ( WB white balance ) è parte fondamentale della tonalità della foto, questa rende un atmosfera calda o fredda in base al valore scelto e alle condizioni di luce con la quale stiamo fotografando. Questi valori vengono classificati in una scala (K) Kelvin suddivisa nella macchina in più predisposizioni già scelte che vanno da 3200 a 7000 circa. Piu saliamo più otterremo una foto con dominante blu fredda mentre scendendo ci portiamo ad un giallo/rosso. Vediamo qui un esempio scattato con luce a tungsteno:
Come possiamo vedere la il giusto rapporto lo otteniamo con la selezione automatica o con 3200k. Le ultime fotocamere inoltre presentano un preset personalizzato dalla quale trarre informazioni, questo è fondamentale poichè scattando in una superficie perfettamente bianca se ne riesce a prelevare il grado K ottenendo il risultato ottimale desiderato. L’occhio a differenza della fotocamera tende a neutralizzare la dominante che varia a seconda dell’iluminazione che cambia anche nella giornata partendo da temperature basse raggiungendo i 5500k nella metà del giorno.
Rieccoci qui a parlare di fotografia, ma questa volta partendo proprio dalle basi!
Infatti le domande che più spesso vengono poste QUI, nella nostra stanza dedicata alla Fotografia di Food, sono proprio quelle che chiedono spiegazioni sulle basi della fotografia, e soprattutto su comeusare una reflex in manuale.
cos’è l’esposizione, l’apertura e chiusura del diaframma, la messa a fuoco, il tempo di scatto, e così via…
Ed è giusto farsi queste domande, perchè, se si deve usare una reflex in modalità automatica, allora è bene continuare ad usare la compattina, non è vero? 😉
E per questo ho preso a prestito gli articoli di Michele Genito, un ragazzo giovanissimo ma che promette davvero bene!
… chi è che dice che i ragazzi di oggi non fanno nulla?? ma ‘ndove!! bravo Michele 😉 Le sue spiegazioni sono chiare, semplici e alla portata di tutti, anche di chi si avvicina per la prima volta al mondo delle reflex, e spero possano essere utili a tutti quelli che per il loro blog, e non, si avvicinano al mondo della fotografia digitale.
Gli articoli proposti sono al momento tre, poi gli argomenti saranno man, mano approfonditi… Cominciamo intanto con quelli di oggi:
Generale e di introduzione alle fotocamere reflex
Approfondimento sulla messa a fuoco
Scegliere la corretta esposizione
RETTIFICA: ALCUNI consigli (non tutti) sono applicabili non solo alla fotografia reflex, ma anche ad altre digitali, purchè abbiano la funzione M
INTRODUZIONE GENERALE ALLA FOTOGRAFIA REFLEX
Le fotocamere reflex a differenza delle compatte, hanno vantaggi e maggior qualità dovuta alla possibilità di gestire manualmente le varie opzioni di regolazione fino ad ottenere risultati creativi. In qualunque macchina troviamo delle basi standar per scegliere la tipologia di scatto sulla quale lavorare. Vediamo a grandi linee quali sono e come svolgono la funzione. Messa a fuoco manuale ( dipende dall’obiettivo in uso): Vediamo quindi come variandone l’estensione si ottengono risultati differenti:
Fuoco lontano
Fuoco vicino
Diaframma
Selezionando AV avremo come priorità il diaframma il quale va ad estendersi a seconda dell’obiettivo usato.
La messa a fuoco nelle fotocamere reflex è una delle funzioni più importanti che la compongono. Questa gioca un ruolo importantissimo soprattutto nella creatività e precisione. L’occhio avvicinandosi ad un oggetto tende a cambiare punto focale e cosi accade nella fotografiacercando di simularne l’effetto regolandolo dall’obbiettivo, in modo da tenere il soggetto nitido e lo sfondo sfocato. Questo gioco, nella profondità di campo, è utilizzato spesso nella macro e in maniera piu leggera nei ritratti utilizzando valori tra f 1.2 e 5.6 i quali consentono di scattare con tempi più brevi evitando il micromosso che spesso avviene su questa tipologia di foto.
L’esposizione è uno dei fattori di maggiore importanza per la qualità dell fotografia, infatti un uso errato può portare alla perdita di informazione e ad un’ immagine troppo chiara o scura.Nel primo caso vediamo come portandoci a -2 la luminosità sia scarsa e le aree buie molto contrastate e piatte.Lasciandola intatta sullo 0 notiamo, invece, che c’è un giusto rapporto di luce mentre portandola a +2 si eccede schiarendola.Vediamo qui sotto i tre grafici relativi sull’istogramma che rappresenta le quantità di mezzitoni e luci delle relative tre foto:
Sovraesposizione: Il problema principale di questo errore è la perdita di informazioni, infatti le zone piu luminose raggiungono il punto massimo sui canali diventando “piatte” detto anche clipping o bruciato. Questi valori arrivano sul rosso a 255, giallo 255 e blu 255, ciò vuol dire bianco perfetto.
Lo troviamo nelle zone sopra evidenziate in celeste.