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Tè freddo alla pesca e…

Agosto 13, 2010 by Paola Sersante 36 commenti
… Buon Ferragosto!
Pareva giusto l’altro giorno quando iniziava a fare i primi caldi, l’altro giorno che ero in quelle acque meravigliose di Maratea, l’altro giorno che era Pasqua e già pensavo a ferragosto, e adesso che siamo in piena estate già penso al Natale, vaneggio? Il caldo?
No, è che non sia mai, ci portiamo avanti col lavoro, noi eh?
 
tè alla pesca
 
Mai sentiti ‘sti discorsi sulle tavole di ferragosto?
Ci si siede a tavola, ancora stanchi, sudati e provati dai fornelli, da lunghi studi di menù ferragostiani, ma che facciamo questo invece di quello, ma se poi questo a tizio non piace? ma, allora no dai, facciamo quello che dice caio!… e siamo ancora all’antipasto e già ci si chiede, cosa si mangia a Natale??
:))
 
Be’ c’ho poco da ridere, io ché l’altro giorno, è bastato che l’aria rinfrescasse un pochino che ho rinfrescato subito il mio lievito madre e mi son detta, quasi quasi ci faccio una brioche, magari con uvetta e pinoli.
Insomma ‘na cosetta estiva, fresca, fresca 🙂

E dire che ero pure abbastanza preoccupata, nell’ultimo mese voglia di fare un qualche lievitato, quasi a zero e,
oddio – pensavo – non è che i corsi mi hanno prosciugato le idee?
(a proposito, a presto il calendario!)…
 
Ora, voi non ci crederete, chissà per quale strana alchimia, o perché, appunto anche la brioche, a ferragosto, sente già aria di Natale… ma questa somigliava terribilmente ad un panettone 🙂
Tanto che ho deciso di non postarla ma di studiarci un pochetto su, sperando che ne esca qualcosa che sia davvero un panettone!
 
Poi, insomma, se vi avessi proposto una brioche che vuole essere un panettone a ferragosto, mi avreste preso per pazza, giusto??
Per cui, intanto mi porto avanti col lavoro e nel frattempo mi disseto, ché qui è tornato un caldo infernale, con un bel tè freddo, assolutamente freddo, alla pesca!
 
 
Tè freddo alla pesca
Mettere a bollire 1 lt. di acqua e, al bollore, unire 4 bustine di tè, lasciarle in infusione 5 minuti. Aggiungere 4 o 5 cucchiai di zucchero, 2 pesche gialle a spicchi e pelate e 4 o 5 fette di limone.
Lasciar raffreddare con le pesche e il limone in infusione, se piace una o due foglioline di menta, non di più altrimenti copre gli altri aromi.
Filtrare tutto e mettere in frigo a raffreddare. Da servire ben freddo con un fogliolina di menta, una fetta di limone e cubetti di ghiaccio ottenuti con le pesche frullate e poi messe in freezer.
 
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E che spaghetti a panzanella siano!

Agosto 11, 2010 by Paola Sersante 33 commenti
Questa è la storia di un post che doveva essere una ricetta, e basta… (vabbe’ ma quando mai?)
La storia di una foodblogger un po’ distratta (eufemismo 😉 ), e qualcuno direbbe va be’, Paoletta è bella così… qualcun’altro invece, oddio, chissà poi come diventerai 🙁
Opinioni. Punti di vista.

La storia di un’aspirante food styling, anche solo per un giorno.

spaghetti a panzanella5
 
La storia di una ricetta sulla CI, che non si filava nessuno (ma poi perché?) troppo semplice, o perché di un qualunque tal DOffizzi Walter? o perché in fondo erano i soliti spaghetti al pomodoro?
che poi, invece, erano…

gli SPAGHETTI A PANZANELLA

spaghetti-a-panzanella1-2

 

Ingredienti per 4: 500 grammi di pomodori da insalata non troppo verdi, 350 di spaghetti, mollica di pecorino romano (la parte più morbida e non troppo secca) quantità a piacere, olio, 20 foglie di basilico e pepe appena macinato, sale.

Procedimento: acqua in ebollizione salata, tagliare i pomodori a tocchetti di circa 2 centimetri per lato, possibilmente togliere le semi, metterli in una padella antiaderente senza olio, mettere la pasta a cuocere, avviare la cottura dei pomodori con dolcezza, quando hanno fatto l’acqua salarli con parsimonia.
3′ minuti prima della cottura della pasta, scolarla e versarla nella padella, proseguire la cottura aggiungendo, se asciuga troppo,l’acqua della pasta.
A cottura ultimata, togliere dal fuoco e versate le foglie di basilico spezzettate, l’olio (circa mezzo bicchiere), una generosa manciata di pecorino e una di pepe.

 

spaghetti a panzanella3

 

Amore a prima vista, feeling immediato.
Immediatamente mi sono procurata i pomodori, datterini però. E mia figlia (la food styiling per un giorno 😉 ) che mi chiede, mamma, posso impiattare io?
E ci siamo divertite a preparare il piatto, a decorarlo… ehmm, anche con le dita:)

 

spaghetti-a-panzanella2-2

 

E poi abbiamo mangiato il miglior piatto di spaghetti al pomodoro come non ne mangiavamo da almeno un anno, ehehe 😉
 
 
E’ successo, poi, che io scrivessi a Ornella, più conosciuta come una signora ammodo, e che le raccontassi del piatto, di quanto mi fosse piaciuto e delle foto che, quando c’è lei… mi vengono particolarmente bene? o ogni scarrafone è bello ‘a mamma soia?
… e che le raccontassi di quanto quel piatto mi avesse attratto fin dal primo momento.
 
E la Signora, molto ammodo, mi fa…
– Paolè, ma ho visto che gli spaghetti col pomodoro li avevi già fatti in modo molto simile a quella ricetta di CI, con l’olio freddo, ce li hai nella labels!

 

– ma veramente, ornè?
 
– Forse ti conviene evidenziare le differenze, non so… non l’ho letta bene! 😉

 

 
E sono andata a rileggerla.
Senza parole, qualche attimo davanti allo schermo a pensare, tornare indietro, poi a controllare, essì, è LEI se non è pappa è pancotto, giusto per rimanere in tema, sono gli spaghetti al pomodoro dello Chef Fabrizio Fatucci 🙁
Poi sono scoppiata a ridere, è un feeling bendato nato due volte?
 
– ehmm, e sì Ornella l’hai letta bene!
e ti dirò di più, ad un certo punto, durante la preparazione, ho esordito tra me e me con un “mo metto l’olio in freezer che fa l’emulsione, l’ho letto da qualche parte ma non ricordo dove” !


Sono stata qualche giorno in dubbio: pubblicare o non pubblicare?
E poi le mie riflessioni di foodblogger 😉
 
Che se amore a prima vista lo è stato la prima volta, e pure la seconda senza saperlo, significava che amore vero, era.
 
Che poco mi interessa se la ricetta è di uno chef o di un tal sconosciuto Water DOffizi (quelli a panzanella).
 
Che mi piacevano e continuano a piacermi le ricette semplici, ma che se fatte bene ti riconciliano col mondo, come la pappa al pomodoro che mi son fatta l’altra sera 🙂

Che certi piatti semplici, come dice Fabio Picchi, sono un potente antitodo contro il conformismo.
… e che continuo a pubblicarle lo stesso.
 
Che si cucina tutti i giorni, si provano ricette, ma spesso ci si perde dietro a quella nuova ricetta lì, o quell’altra di cui t’hanno detto meraviglie, o a tentare quella che sta lì salvata da una vita e chissà come ricompare.
Ben venga tutto, purché, intanto, non ci si dimentichi delle nostre.
 
Che alla fine, se pure molto simili, le pochissime differenze hanno portato ad un diverso risultato: l’uso dei pomodori datterini ne ha cambiato sia il sapore che il risultato estetico, tutto molto più deciso.
il pecorino, poi, ha dato “carattere” al piatto.
 
Esprime bene il concetto delle piccole differenze Fabio Picchi – e confesso di adorare letteralmente quest’uomo – che nel suo libro “I dieci comandamenti per non far peccato in cucina” scrive:
 
… ciò nonostante, e vi sia d’insegnamento, nella naturale e mentale comparazione che farete, vi renderete conto di quanto, nel variare un elemento, l’alchimia del piatto trasmuti incredibilmente…
 
spaghetti-a-panzanella4-2



 

La conclusione, invece, è una sola:
C’è poco da fa’, bisognerà che ogni tanto spenda un poco del mio tempo a riguardare la mia blog rolls 😉

 

Vi è capitato mai qualcosa di simile? eddai, prendiamoci un po’ in giro 😉
edit del 12 agosto: grazie a Walter per questa ‘chicca’ che completa in modo stupendo la sua ricetta!
 
Vorrei raccontarvi la storia e il perchè di questa pasta.
Da bambino (55 anni addietro) andavo in campagna con mia madre, partenza le 4, era notte ma dovevamo percorrere circa 2 km a piedi.
Si andava in campagna per la trebbiatura del grano, che allora si faceva dopo il 15 luglio, appena arrivavamo, mia madre raccoglieva una decina di pomodori, tutti pronti ad essere mangiati ad insalata, non proprio adatti al sugo.
Li tagliava a metà e li metteva sopra un piano di pietra bianca, li lasciava al sole.
Verso le nove arrivava la trebbiatrice e alle nove e mezzo usciva il primo grano, il “grano nuovo”, era l’alimento più pregiato che un contadino aspettasse.
Atteso tanto, perchè la vecchia farina iniziava a irrancidire,mia madre prendeva un sacchetto di grano (10 chili), lo metteva in equilibrio sulla testa e con una agilità impressionante percorreva 3 km (sempre a piedi) per andare al mulino.
Tornata con la farina fresca iniziava subito ad impastare la farina con la sola acqua, ne faceva delle pappardelle, prendeva qui pomodori scaldati al sole, sedano, basilico, mentuccia, cipolla, foglie d’aglio e preparava un sugo con tutti gli ingredienti, alla fine aggiungeva il grasso del battuto del lardo (alla fine), una bella grattata di pecorino, quanto erano buone, il pezzo di pomodoro in bocca era quasi dolce.
Passati gli anni, il grano non è stato più piantato, il sapore di quel piatto (io gli ho dato il nome”la pasta della festa del grano”) mi ha tormentato per tanto tempo.
Circa 35 anni fa, stavo in campagna, seduto dove si metteva la trebbia,nella testa mi tornavano tanti ricordi, uno di questi era i pomodori al sole, immediatamente mi è venuta la soluzione”il pomodoro al sole diventa dolce), ma sulla pietra non c’è l’olio, allora non è soltanto il sole ad addolcirlo, è la cottura senza grassi.
Subito provata, è stata immediatamente buona, ho fatto molti esperimenti, alcuni mi hanno deluso, di certo l’armonia dei sapori è data dalla presenza degli ingredienti che non debbono “mai essere padroni di un altro sapore”.
Walter Doffizi
 

 

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Insalata di pennette, verdurine nostrane e cacioricotta

Luglio 28, 2010 by Paola Sersante 36 commenti
Sono sparita per una settimana senza nemmeno salutarvi, ero al mare, costa del Cilento da Tinuccia, e non vi ho detto nulla, né salutato… ehmm sono un po’ sprucida, come si dice da quelle parti 😉
 
Insalata di pennette
 
Ma torno con ancora negli occhi un mare blu, a tratti del colore dello smeraldo, cristallino a tal punto che mi chiedo… riuscirò ancora a fare il bagno in un mare altrettanto bello, pulito e incontaminato? mah!
E torno con una ricetta, tratta dal libro che mi ha regalato lei, “Le ricette del Cilento“ di Luciano Pignataro.
 
Tinu’, ebbasta! la smetti di farmi sempre ‘sti regali?? Mica per altro, non c’è una e dico una ricetta che non farei, le leggo e penso… questa la faccio, ok, anche questa la faccio!
eggià so’ tornata dal mare con 2 kg. di troppo, pensare che volevo dimagrire 🙁
sì vabbè, mo si dimagrisce al mare?? casomai prima!
… e poi seeeee con lei, ma quando mai?? ricordalo, hai 2 kg. di troppo sulla coscienza e tutti gli addominali di stasera 😉
 
Però questa pasta me la sono fatta lo stesso ieri a pranzo, buona ma buona, ne ho mangiati solo 50 gr. ma non potevo (non volevo 😉 ) assolutamente rinunciarvi!
 
Ho solo apportato qualche piccola modifica, tipo friggere anche i pomodorini, come fa Antonia, (ehehe se no era troppo leggera), e ho usato cacioricotta invece di caciocavallo, omesso la mozzarella, l’aglio…
si ok, la riscrivo 😉
 
insalata di pennette
 
 
INSALATA DI PENNETTE, VERDURINE NOSTRANE E CACIORICOTTA, tratta e liberamente modificata da “Le ricette del Cilento” di Luciano Pignataro
 
Ingredienti:
1 peperone giallo
1 peperone rosso
2 zucchine
12 pomodorini
cacioricotta
1/2 cucchiaino di aglio, olio e peperoncino (oppure 1 spicchio d’aglio e peperoncino a piacere)
sale
origano
olio extra vergine di oliva abbondante
 
320 gr di pennette
 
Procedimento:
Friggere in olio evo, che copra completamente il fondo di una padella, i pomodorini tagliati in 4 spicchi, insieme a 1/2 cucchiaino di questo, oppure con aglio e peperoncino.
Toglierli e metterli da parte. Conservare un poco di olio di cottura dei pomodorini.
Nello stesso olio friggere prima le zucchine, poi i peperoni tagliati a bastoncini, e mettere da parte.
Salare poco tutte le verdure e lasciar raffreddare.
 
insalata di pennette, ingredienti
 
Nel frattempo far bollire l’acqua, cuocere le pennette molto al dente, scolarle e rovesciarle su un canovaccio asciutto, assolutamente senza passarle sotto l’acqua fredda.
E’ importante poi asciugarla, altrimenti la pasta assorbe l’acqua e non rimane bella al dente.
 
Mettere le pennette in una ciotola insieme all’olio di cottura e all’origano e mescolare bene. Lasciare insaporire per una quindicina di minuti, poi aggiungere le verdurine, mescolare bene e lasciare insaporire almeno un’ora.
Al momento di servire aggiungere il cacioricotta grattato a julienne.
 
Qual è la vostra pasta fredda o insalata di pasta preferita?
 
piesse: Ah, se vi capita sottomano, questo libro compratelo… vale tutti i 10 euri e anche di più. Giuro che Luciano non mi ha pagato per dirlo, giuro 🙂
 
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