Dunque, sono tornata piena di gioia, di foto e di un miliardo di cose da raccontare… 🙂
Tornata per modo di dire perchè in fondo ero a casa mia, vicinissima alla Val d’Orcia, ma è vero anche che, se si decide di non far nulla per due giorni perchè degli amici ti vengono a trovare, che tu sia al polo nord o a casa tua, sempre di vacanza si tratta!
Ora, chi mi conosce bene, una a caso? Tinuccia che era con me, sa bene quanto io sia confusionaria, disordinata, ma soprattutto disorganizzata, e infatti è almeno da domenica pomeriggio, (cavolo dovevo ancora tornare), che già pensavo, e mo? sto post per raccontare quanto di bello s’è fatto, come lo fo? ma soprattutto da dove comincio?
E siccome quando attacco con ste elucubrazioni mentali, finisce che alla fine non fo più nulla, e siccome non posso sistemare i miliardi di foto tutte assieme perchè non sono ancora in possesso del mio dell rosa acceso, e siccome questo va bene a malapena per scrivere e qualche leggero ritocco, avrei deciso, se per voi va bene lo stesso, di raccontare il tutto un poco alla volta, tanto se no mi confondo e fo solo casino…
Da dove comincio? boh, da una parte 😉
Dunque il sabato a pranzo abbiamo mangiato le cose che ognuno degli amici ha portato, tra questi c’era un dolce, uno di quelli che di solito manco assaggio, quindi se fo i complimenti a sto dolce e dico che era assolutamente magnifico, valgono doppio?
Io dico di sì!
Eh be’, ma era il soffio d’amaretto di Adriano, mica pizza e fichi, e poi fatto dalle magiche manine del mio amico Piero, che pure i cannoli siciliani ha portato, ma di questi ne riparleremo…
Fatto sta che a pranzo, eravamo talmente pieni di assaggi e assaggini di ogni specie, che quando siamo arrivati al dolce, nessuno lo ha potuto gustare appieno, ma Piero non se l’è mica presa, no! E’ un tipo sportivo lui, ahahaha!!
E, siccome il programma prevedeva la cena col brustico al Ristorante da Gino sul Lago di Chiusi, lui ha pensato bene di portarsi il soffio appresso durante la gita pomeridiana, Bagno Vignoni, Montalcino, Abbazia di sant’Antimo, ecc. e ce lo ha fatto servire dopo il brustico.
Ora del soffio d’amaretto, vi dico giusto questo che era una nuvola, dolce quanto basta, non stucchevole, te ne potevi mangiare una bella fetta senza per questo sentirtene già stufo, tanto che ho ripreso la seconda!
… ma quanti di voi hanno già fatto questo dolce? Io vi dico solo questo, se non lo avete fatto, s’ha da fare, se lo avete già fatto, be’ va rifatto 😉
Io lo farò non appena avrò imparato a fare un pan di spagna, è la mia bestiaccia nera, Adria’ mi insegni?? ahahaha, smack!
Dunque vi dicevo che la torta l’abbiamo mangiata da Gino, dopo appunto il brustico.
Ora il brustico, per chi non lo conoscesse è un’antica ricetta degli Etruschi, (e a Chiusi più etruschi di così… 😉 ) e fa parte della cucina umbra e toscana, infatti si trova solitamente nei ristoranti intorno al Trasimeno e in Toscana da Gino a Chiusi che lo cuoce ancora come vuole la tradizione…
In pratica si tratta di arrostire del pesce di lago, persico solitamente, a fiamma viva sul fuoco fatto con le canne lacustri. Quando è bello annerito, viene ripulito e servito tiepido, insaporito con pepe, sale, olio di oliva, limone e poco aceto. E’ perfetto sia come secondo che come antipasto, molto particolare il profumo e il retrogusto di fumo, dato dalla cottura.
Il ristorante da Gino è uno di quei posti molto, molto semplici ed alla mano, dove, oltre al brustico, è possibile mangiare anche altri piatti tipici della cucina toscana.
Noi, per la modica cifra di 15 euro a cranio, abbiamo preso il brustico e un contorno, insomma vale la pena andarci… poi, comunque, io le recensioni di ristoranti non le ho mai fatte e non le so fare, abbiate pazienza, alla fine non c’è molto da dire, se non che… se passate da queste parti, sul lago di Chiusi, be’ fermatevi a mangiare il brustico!
piesse: mi è venuta a trovare anche gaietta con i suoi legumini, mi piacerebbe prima o poi organizzare qualcosa tra blogger, che ne dite?