Mamma non so impastare! (racconto di uno scatto)

 

– no, non ci credo…

le ho detto.

 

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Ho chiesto alla mia modella preferita di impastare per me, lei ha mani che parlano, che danzano, che comunicano.
Avevo bisogno di una foto, di mani che preparano, che impastano, che lavorano.
 

Un po’ protestando, ma ha accettato. D’altro canto lei Sto arrivando! bene quanto un’immagine possa comunicare, esattamente come le parole, o anche come un semplice gesto, movimento. Purché il tutto arrivi diritto al cuore, crei un’emozione, come la fotografia.

E allora le ho detto:

– Impasta, impasta questi pochi e semplici ingredienti primari, farina, acqua e uova.

Per una brioche, della pasta, un pane, basta cambiare la lavorazione, aggiungere o togliere qualche ingrediente, e il risultato sarà sempre diverso.

 

 

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Ha iniziato a seguirmi, ha preparato la farina, ha versato l’acqua, amalgamato l’uovo, e ha iniziato a impastare, prima con movimenti timidi, poi sempre con più sicurezza.

 

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Ha cominciato a sbattere l’impasto sulla tavola, a tirarlo, a ripiegarlo su se stesso, a schiacciarlo e poi a tirarlo ancora.

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E io mi sono stupita di quanto quei gesti le venissero naturali, e di come, ad un certo punto il rito si ripeteva di nuovo, ad ogni movimento.

I dolci movimenti dell’impasto.

Gesti antichi come il mondo.

 
Fra tutte le foto, una sola ne avrei dovuta scegliere, e mai è stata dura come questa volta.
Alla fine ho scelto questa, perché è sempre dal principio che si parte
 
 

 

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