Impariamo a fotografare il cibo – Le FAQ più significative
Visto che l’iniziativa ha avuto un successo oltre le aspettative, abbiamo pensato di fare ordine e…
Tutte le domande più significative sono state riunite in un unico post, questo!
Sarà di sola lettura, e NON sarà possibile commentare
ma sarà sempre a portata di clic!
Continuiamo TUTTI con le DOMANDE nella nostra stanza iniziale, QUI !
BUONA LETTURA A TUTTI!
Food Fotography for Dummies
Impariamo a fotografare il cibo
Le FAQ più significative all’8 Maggio
L’IMPORTANZA DELLA LUCE
Conoscere, riconoscere e utilizzare la luce
Domanda:
Il mio grande problema sono le foto “rosse”!
Quando fotografo qualsiasi cosa che contenga il pomodoro, assumono tutte un’aspetto transgenico…
A G risponde:
Partiamo dalla “luce rossa”, o meglio quelle che io chiamo le “catacombe del terrore”.
La luce ha diversi colori, ma i nostri occhi tendono a compensare automaticamente queste differenze per cui ce ne accorgiamo quando davvero il colore è molto forte.
Anche le macchine fotografiche digitali usano lo stesso sistema, ma non sempre sono brave come il nostro occhio (quasi mai anzi) per cui tante volte bisogna dirglielo noi con che luce stiamo scattando.
La luce a tungsteno (le normali lampadine) è rossastra per esempio, la fluorescente verdognola. La luce solare è invece bianca, può diventare un po’ ambrata all’alba o al tramonto oppure un po’ azzurrina se si è all’ombra.
Arrivando alla pratica il mio consiglio è di scattare con luce naturale, usando un bel cavalletto perchè vedrete che i tempi saranno troppo lunghi per poter rimanere fermi, e già questi problemi saranno risolti.
Per chi vuole approfondire cerchi su google “bilanciamento del bianco” e si butti sui 5000k o 5500k?
Domanda :
Paoletta, posso chiederti che tipo di luce usi e se usi riflettori? La luce sembra provenire dalla parte posteriore dei soggetti ma la parte frontale è altrettanto illuminata.
Domanda:
E’ possibile costruirsi una attrezzatura casalinga, una lampada e un pannello riflettente… ?
Paoletta risponde:
Uso luce naturale, nel mio caso non dispongo di nessuna attrezzatura se non di due finestre, uno specchio che uso come rilettore e un tavolo bianco.
Le finestre sono una di lato (lato dx) e una davanti al soggetto (dietro di me) al lato sx lo specchio che “prende” luce della finestra di dx, e la riflette poi sul soggetto.
Se non hai due finestre, aiutati con due riflettori.
Puoi anche acquistare un softbox, su ebay se ne trovano a poco e ti aiutano abbastanza.
Domanda:
Immagino che anche tu, come me e tanti altri, prepari i piatti non solo per fotografarli ma anche per consumarli quotidiano… come ti è possibile fare le foto al mattino?
Paoletta risponde:
Per quanto riguarda le foto al mattino, posso farle quando ho appunto disponibilità in questo senso, e in questo caso cerco sempre di fotografare piatti che possono essere immortalati anche il giorno dopo, e ce ne sono… i biscotti, per esempio, ma non solo.
Quando si tratta, invece, di pasta allora è più problematico.
Ieri per esempio per fotografare entro le 12,30 (perchè dopo a casa mia la luce è pessima, ho lasciato la pasta a metà cottura, l’ho fotografata e poi alle 14 me la sono riscaldata e mangiata a quel modo :(((
Non era male, c’è di peggio in giro… diciamo pure sacrifici di food bloggers!
Mi diceva però Ale, che è possibile preparare dei piatti di pasta appunto, molto, molto al dente, metterla in frigo, e fotografare il mattino successivo, dopo averla ben spennellata di olio di girasole, io direi anche col sughino, ma lui dice che è una zozzeria, e che l’olio è più pulito 😉
Certo che, una roba del genere, sfido poi chiunque a mangiarla…
Per cui io direi che piatti fatti e fotografati, meglio sarebbe farli di sabato o domenica mattina, insomma quando si puo’.
Domanda:
Io da sempre faccio foto “macchina in mano” ma d quando mi sono avvicinata al cibo, mi sono resa conto che troppo spesso per avere una buona luce sono costretta ad usare uno stativo, un cavalletto perchè altrimenti ho le foto molto rumorose…”
A G risponde:
Usare un cavalletto è fondamentamentale. Dovete mettervi in testa che deve essere il prossimo vostro acquisto, dopo l’apparecchio dei denti del figlio. Forse…
Sui cavalletti ci sono 2 problemi. 1) Quelli buoni costano, quelli che costano poco non son buoni.
2) Quelli buoni pesano, quelli leggeri non sono buoni.
Fregatevene di quelli che dicono “si ma il nuovo cavalletto alle fibre di carbonio (e altri materiali esotici) ecc ecc pesa pochissimo ed è buonissimo”.
Allora, intanto ve lo faran pagare ‘na spietrata. Secondo, voi non è che dovete andare a far foto sulle Ande col cavalletto sulla schiena. Terzo se pesa poco vuol dire che dopo che tu hai perso mezzora per inquadrare esattamente quell’angolino lì dove c’è quel riflesso lì, poi ti volti, dai un colpetto col piede per sbaglio al modernisso e leggerissimo cavalletto, quello si sposta di mezzo metro e allora impari come si smoccola in aramaico antico.
Quindi trovate un giusto compromesso fra prezzo, peso e comodità vostra pensando che comunque un buon cavalletto dura anni anni e anni e ne vedrà passare i macchine fotografiche (soprattutto col ricambio che c’è ora col digitale).
Domanda:
Ho un casa poco luminosa, non posso fare le foto di sera, mi viene tutto buio, c’è rumore nelle foto.”
A G risponde:
Se non comprate delle luci per fare fotografie, cosa che non vi consiglio subito di fare perché comunque costano, le foto le dovete fare durante il giorno.
Non si scappa.
Nemmeno le macchine professionali permettono lunghissime esposizioni senza rumore. E’ una questione proprio tecnica legata al sensore che, essendo elettronico, si riscalda e produce disturbo ecc ecc. Insomma niente da fare 😀
Per quanto riguarda la luce che sembra così bella e poi invece si hanno i bianchi bruciati o la luce non era così bella, cioè aveva troppa differenza fra le ombre e le le luci (cosa che può andar bene magari in qualche genere di ritratto, ma NON nella fotografia di food), oppure si è cannato l’esposizione.
L’esposizione, soprattutto ma non solo nel digitale, si fa sempre sulle luci per evitare di bruciarle. Anche perchè nel digitale luce bruciata vuol dire bianco, ma bianco bianco bianco. Cioè il nulla.
ATTREZZATURE
Obiettivi, fotocamere e accessori
Domanda:
Ho la macchina digitale compatta XYZ, posso fare lo stesso foto di food?
AG risponde:
Tanti dicono che è il fotografo che fa le foto e non la macchina.
Verissimo.
Però la macchina aiuta tantissimo.
Schumacher è sempre Schumacher anche su un pandino, però poi non riesce a fare il record a Monza.
Questo per dire che le nuove compatte digitali sono ottime macchine, ma pensate per scopi molto diversi dalla fotografia di food.
Per esempi, come del resto emerge dalle vostre domande, è molto difficile riuscire ad avere un buon controllo sullo sfocato.
Il motivo è che queste macchine, per la loro tipologia costruttiva, sono fatte per avere tutto a fuoco e anche quando messe in quello che chiamano “modalità macro” i risultati non sono comparabili con quelli che si possono ottenere da una macchina reflex con un obiettivo molto luminoso e con diaframma completamente aperto.
Adeso io non voglio spingere ad acquisti compulsivi nessuno, almeno finchè qualcuno non mi pagherà una sponsorizzazione :D, e inoltre penso che possiate comunque migliorare con quello che già avete.
Però magari una vecchia reflex a pellicola tanti ce l’hanno ancora, magri abbandonata in un cassetto. Le pellicole le vendono anche oggi, e persino le sviluppano. E poi magari non c’è nemmeno bisogno di scattare perchè già vedendo attraverso il mirino potete vedere la differenza con la vostra macchinina digitale.
E’ fatica? Un po’ si.
Tenete conto che per fare fotografia di food, anche solo guardabile, dovete comunque avere una discreta “infarinatura” di fotografia generale, quindi un po’ dovrete studiare.
Capire i tempi-diaframmi e l’esposizione è fondamentale, e interi libri sono stati scritti sull’argomento, non è possibile spiegare tutto in poche righe.
Quindi non voglio calmare gli ardori di quanti si vogliono gettare in questa avventura, ma come anche quando si fa un viaggio, leggersi una guida prima di partire è fondamentale anche se poi sul luogo si possono trovare persone gentilissime disposte ad aiutarvi.
Domanda:
Vorrei fare una domanda semplice semplice. Io sto guardandomi in giro per comprare una macchina e passare dalla mia compattina a una reflex. Cosa devo guardare prima di passare all’acquisto?
Quali caratteristiche è meglio che abbia, considerando una macchina buona ma non una roba stratosferica (tipo appunto quelle per i professionisti)??
AG risponde:
Per chi si sta valutando che macchina reflex digitale comprare per la prima volta la risposta è semplice: tutte!
Nel senso che le macchine digitali reflex che sono in vendita adesso fan tutte quello che devono fare e io odio stare lì come fanno alcuni ma questa non ha il programma x, hmm il processore di questa fa anche il caffè e il cappuccino, quest’altra ha dei colori che ho visto su una rivista…
Quindi provatele se potete, vedete quella che vi “cade” meglio in mano (eh si come un vestito, deve essere comoda), quella che vi piace di più e magari quella più alla portata delle vostre tasche.
Tenete conto che poi prima o poi vi troverete anche a comprare qualche obiettivo (che sono il VERO INVESTIMENTO, gli obiettivi restano, le macchine si cambiano) quindi non andate troppo in rosso col conto in banca 😉
Poi chiaro, se si parla di fare fotografia professionale, il discorso cambia e il campo si restringe molto di più, ma non è questo lo scopo del post.
Domanda:
Che obiettivi usate voi?
A G risponde:
Io tendo ad usare quello che mi serve per inquadrare meglio quello che voglio come lo voglio.
Ci sono delle regolette base semplici semplici:
1) Più si è vicini al soggetto a fuoco, più dietro al soggetto sembrerà sfocato (funziona anche coi nostri occhi, piazzate un dito il più vicino possibile ad essi e mettetelo a fuoco, poi spostalo via via più lontano, vedete dietro al dito come vedete?).
2) a parità di diaframma un obiettivo con una focale più lunga ha una “profondità di campo” (cioè quanto spazio si riesce a mettere a fuoco) minore rispetto ad uno con la focale più corta. La “focale” è la “lunghezza” dell’obiettivo, presente? 35 mm, 50 mm, 135mm, eccetera.
Questo è il motivo per cui le compatte, che hanno obiettivi con focali cortissime, riescono a mettere tutto a fuoco anche se uno tiene il diaframma aperto al massimo.
3) più un obiettivo ha la focale lunga più si allontana anche il punto più vicino dove riesce a mettere a fuoco.
Questa è una regola che dipende molto da obiettivo ad obiettivo, perchè certi obiettivi sono costruiti in modo appunto da riuscire a mettere a fuoco da molto vicino (gli obiettivi macro appunto), ma è in generale valida.
4) più è corta la focale più sarà ampio l’angolo di spazio inquadrato dietro il vostro soggetto.
Queste regole portano alla conclusione che di solito per il food si usano obiettivi dai 50 ai 135mm di lunghezza focale, difficilmente grandangoli (a meno di non voler inquadrare tutta la cucina dietro al vostro piatto) o obiettivi più lunghi che vi costringerebbero a fotografare da fuori dalla finestra.
Domanda:
Ora sto usando prevalentemente un 70-300mm Sigma (come si diceva… i costi sono davvero alti :/) con opzione macro ma a breve vorrei fare un investimento: per il food photograph cosa mi consigliate?
Paoletta risponde:
Però per le foto di food mi sono presa un canon 50 1.8 non è macro, ma ha il pregio di essere molto luminoso e di costare molto poco, il chè non guasta 😉
Poi c’è di meglio, ovviamente!
TECNICHE FOTOGRAFICHE
Iniziamo a scattare
Domanda:
Come fai a fare lo sfondo sfocato?
Paoletta risponde:
Per lo sfondo sfocato, devi aprire il più possibile l’obiettivo. Per esempio impostare a f/2.8 e NON a f/8
AG risponde:
Allora, altro aiutino… tante macchine fotografiche compatte permettono di regolare i tempi e i diaframmi, bisogna però impostarle in modalità manuale e non automatica, guardate le istruzioni.
Il problema è che gli obiettivi che montano sono di norma poco “luminosi” e inoltre tecnicamente non permettono di sfuocare molto proprio per la loro natura (se volete posso essere più preciso, ma preferisco lasciare le tecnicalità, ai prossimi interventi quando si parlerà degli obiettivi e quali e perchè si usano).
Il mio parere è che appunto se ci si vuole dedicare alla fotografia di food un minimo investimento in una macchina reflex ad un certo punto sarà per forza necessario.
Fra l’altro adesso ce ne sono alcune in vendita a prezzi non troppo lontani da quelli delle compatte più “accessoriate”, oppure anche qualche usato in giro si può trovare senza svenarsi.
Per chi poi vuole spendere veramente poco tante vecchie macchine a pellicola reflex vengono proprio quasi “regalate” e funzionano ancora benissimo, soprattutto per imparare a capire come funziona la fotografia.
COMPOSIZIONE E COLORI
L’arte della fotografia
Domanda:
Quando si fotografa un piatto, indipendentemente dal mezzo tecnico, quanto conta soffermarsi sull’aspetto scenografico per rendere la foto più accattivante? Mi spiego meglio, è sempre il caso di nascondere eventuali imperfezioni o di non fotografare piatti esteticamente non impeccabili? Nella cucina secondo me le imperfezioni “accorciano” le distanze tra chi è bravo e chi lo è meno, probabilmente a discapito dell’estestica… ma chi lo ha detto che la foto di un panino ammaccato non sia anche quella bella?!
Paoletta risponde:
Per come la penso io, ti dico che di un difetto puoi farne un pregio, quantomeno un pregio fotografico, tutto sta al fotografo!
Non è mica vero che i piatti fotografati non hanno difetti, ma si sceglie o meno di esaltarli o nasconderli.
Secondo me, una foto ben riuscita è quella che ti fa scattare la voglia di mettere quegli ingredienti nella lista della spesa 🙂
Domanda:
Quali colori è meglio utilizzare sullo sfondo (e sul piano di appoggio) per fotografare i piatti? Chiari o scuri? E la differenza nel risultato qual è?
Paoletta risponde:
A me personalmente piace molto lo sfondo bianco, ma tanto dipende dal tipo di foto, dall’atmosfera che vuoi creare.
Guarda, per esempio, la foto che ho fatto del “borbottino del Tosco” lì uno sfondo bianco sarebbe stato pessimo, non trovi?
Prova abbinamenti, giocaci un po’ coi colori, e vedi quali stanno meglio tra loro!
Per esempio, di solito fotografo il pane in situazioni di colore molto naturali, bianco, avorio, ecc. poi una volta qui e qui, ho provato lo sfondo nero e mi è piaciuto molto.
Tra l’altro, credo possa essere utile, queste due foto le ho scattate col cavalletto e alla luce di una piccola lampada da tavolo. Ovviamente tempi molto lunghi e diaframma abbastanza chiuso.
Per cui, anche con poca luce, è possibile scattare foto buone.
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