dalla Mariuccia a Montalcino

 

Avevo promesso di raccontare del we in Toscana, in effetti non è che ci sia poi molto da raccontare, sono stati solo due giorni, ma non si può non parlare della Pasticceria Mariuccia a Montalcino, dove ci ha guidati Stefano Spilli, uno di quei posti dove il tempo sembra si sia fermato.

 

 

 
dalla Mariuccia

 

© All rights reserved. Don’t use this image without my permission.

 

E mentre io ero completamente persa a fotografare questo posto, Stefano parlava con la ragazza al banco, forse la figlia della Mariuccia, disponibilissima a spiegare con grande passione, tutte le loro specialità.

Ho chiesto, quindi, a Stefano di raccontarmi la mezzora passata in questo posto magico, grazie Stefano 🙂

 

Racconto e recensione della Pasticceria Mariuccia di Montalcino, di Stefano Spilli
 
Dalla Mariuccia io c’ero capitato per caso, proprio il sabato precedente a quello in cui ci siamo stati insieme.
Accompagnavo degli amici a fare un giro in questi posti meravigliosi, e, dopo aver visitato Sant’Antimo siamo saliti a Montalcino. Devo dire che avevamo avuto la fortuna di avere un tempo migliore di quello che abbiamo trovato noi a distanza di una settimana.
Come dicevo, la pasticceria non la conoscevo, chissà cosa ci ha guidati da chissà che cosa.
Il negozio è piccolino assai, ma la cosa che mi aveva colpito subito era il fatto che c’era una signora anziana appena uscita dalla messa, tutta bella ordinata, che era lì a comprare il dolce per il giorno dopo, perché aveva a pranzo ‘il su’ figliolo’ (e lo diceva cantilenando sulla o, come fanno da queste parti: diceva ‘figliooolo’.
Mi era piaciuto il fatto che la ragazza al banco stava dicendo alla signora che il Pan co’ Santi le conveniva prenderlo fresco l’indomani.
 
Siccome i dolci che avevamo preso, prontamente ben spiegati e fatti assaggiare erano buoni assai, vi ci ho portato volentieri.

Come hai potuto vedere, la ragazza (che da quello che ho potuto capire è la figlia dei titolari) è sempre molto gentile e disposta a spiegare per filo e per segno come sono fatti i dolci, e a farne assaggiare dei pezzettini ai clienti, che taglia a scaglie con un coltellone su cui poi le serve.
 
I dandi

© All rights reserved. Don’t use this image without my permission.

 

Io mi sono lasciato prendere la mano e ho cominciato a fare domande a raffica, tanto che Piero mi ha fatto notare che alla povera ragazza avevo fatto il terzo grado 😉

 
A parte le domande sugli ingredienti, avevo chiesto lumi sulla produzione dei ricciarelli, che loro fanno davvero buoni e morbidi. Avevo domandato una spiegazione sullo sciroppo di zucchero, perché nel libro di Giovanni Righi Parenti sulla cucina toscana, per i ricciarelli lui dà le dosi dello zucchero, dicendo di fare uno sciroppo, ma io non sono ancora riuscito a capire quanta acqua usare per fare questo sciroppo.
 
ricciarelli e cantucci

© All rights reserved. Don’t use this image without my permission.

 

Anche a Siena, al forno Le Campane vicino a via di Città (subito dietro il Duomo), che da sempre fa dei ricciarelli memorabili, mi avevano parlato di sciroppo di zucchero. Mentre le ricette di ricciarelli che circolano in rete parlano di aggiunta di zucchero e basta.

Da qui il mio terzo grado alla ragazza, così gentile da cercare di rispondere a tutto. Mi ha parlato dell’uso della raffinatrice per polverizzare le mandorle (il che ci dice che usano mandorle da loro scelte) ma sullo sciroppo si è arresa, dicendo che lei è quella della famiglia meno indicata a dare risposte sulle ricette, perché in laboratorio non ci va.
E intanto tu Paoletta scattavi foto bellissime… (uhmm, c’era poca luce -;) ! )
 
panforte

© All rights reserved. Don’t use this image without my permission.

 

Mi aveva colpito molto questa disponibilità verso il cliente, oramai quasi scomparsa, e l’orgoglio di far assaggiare i propri prodotti, cercando di convogliare il cliente all’acquisto solo invogliandolo con la bontà dei propri prodotti.
 
Una cosa che mi è piaciuta molto oltre ai ricciarelli sono stati dei dolci di loro invenzione, dei simil-riciarelli chiamati Dandi, dove al posto delle mandorle usano le nocciole accompagnate dal cacao e scorzone d’arancia (leggo dagli ingredienti): morbidi come i ricciarelli – quelli fatti come Dio comanda – molto interessanti.
Un’altra cosa molto buona sono a mio avviso i biscotti chiamati Pane di Mariuccia, con mandorle, uvetta e pinoli.
Pane della Mariuccia
© All rights reserved. Don’t use this image without my permission.


Buoni buoni.

Share: