Caponata di carciofi
Cinziè, quando ho mangiato ‘sta caponata a casa tua mi sono dimenticata di chiederti come mai “vastasa”? ma ero troppo presa a mangiare 😉
Perché come dici tu, se inizi a mangiarla, non la smetti fino a che non hai finito, e meno male che di carciofi ne avevo solo 5, e non 15 come prevede la tua ricetta, se no era la fine… mica per altro, per il filone di pane che tu consigli di mangiarci e di cui non se ne può fare a meno!
Cinzietta la chiama caponata vastasa, e dice che Camilleri usa spesso il termine vastasa per definire una situazione piccante, io aggiungo che mangiarla è devastante, nel senso di esperienza sconvolgente 🙂
Dico solo che mia figlia, al primo boccone sospettosa mi fa mamma ma cosa c’è dentro? sento un sapore strano… e io, se le avessi risposto che era l’agrodolce poi per punto preso (adolescenti, uhmmm) avrebbe trovato da ridire, quindi, innocente, le ho detto, ma no nulla, ho solo sfumato col vino!
E lei, col sopracciglio alzato, fa… ah ecco! (ma pareva dicesse, ma senza, no eh??). Però intanto mangiava, e quando ha terminato la sua porzione ha detto, mamma me ne dai ancora?
:))
Quando l’ho assaggiata a Palermo, da Cinzietta, mi è proprio rimasta nel cuore, nella sua semplicità un tripudio di sapori, una mescolanza, un alternarsi di sensazioni dolci, salate, aspre e coinvolgenti!
Poi la cosa che assolutamente s’aveva da provà, era mettere in ammollo i carciofi nella farina, cinzietta giurava che la farina funziona meglio del limone, provare per credere!
Ho provato e, quando si mettono nel bagno di acqua e farina, magicamente sbianchiscono e diventano di un verde brillante, perdendo immediatamente quel nero che si fa subito mentre si stanno pulendo.
Meraviglioso!
Li rifarei domani per vedere la magia, col limone non rimangono altrettanto belli :))
Per la ricetta ho, rifatto la sua, ma mi piaceva il fatto di aggiungere qualche pinolo, come fa il mio amico Roby, qui, mi sa di Sicilia 😉
Ne è uscita una vastasa da fine del mondo, di quelle da nostalgia… che ti fanno pensare… voglio tornà in Sicilia :)))
Prima però voglio fare ancora qualche giro, Squisito a San Patrignano, a proposito, il 30 scade il termine per votare, se vi fa piacere… be’ lo sapete già, sono in finale per la sezione Fotografia :))
E poi Napoli, poi… poi mi sa che, per un po’, questo blog sarà anche diario di viaggio, e non solo un blog di ricette, perché un blog si evolve insieme a chi lo scrive…
Mi seguite in questo viaggio??
CAPONATA DI CARCIOFI (o vastasa) ricetta di cinzietta
Le dosi sono esagerate, ma vi conviene non ridurre perchè:
1) è congelabile
2) non smetterete di mangiarla finchè non è finita :))
15 carciofi, 3 etti di olive bianche* denocciolate e dissalate, 4 cipolle, 1 barattolo di concentrato di pomodoro (ma si può usare il pelato o la passata di pomodoro) 1 testa di sedano, una manciatona di capperi, aceto 1 tazzina, e 2 cucchiai e mezzo di zucchero.
SI puliscono i carciofi togliendo le foglie più dure, tagliando la parte spinosa e riducendoli a fettine non sottili che si metteranno in una bacinella con acqua e farina. Non ho detto una fesseria, ma anzichè usare la normale acqua e limone per non annerirli, fate lo stesso con acqua e uno/due cucchiai di farina, i carciofi rimarranno verdi come appena comprati (provare per credere) .
Una volta puliti si lasciano stufare in padella con poco olio e poca acqua aggiustando di sale. Pulite il sedano tagliatelo a pezzetti e fatelo lessare lasciandolo al dente.
Si affettano sottilissimamente le cipolle e si lasciano e stufare anch’esse in poco olio, si aggiunge il concentrato di pomodoro da allungare con un paio di tazzine di acqua, si regola di sale e pepe. Si aggiunge, quindi, il sedano lessato, una tazzina di aceto e 2 cucchiai e mezzo di zucchero facendo sobbollire per ancora un paio di minuti.
Si spegne e si aggiungono le olive, rimescolando il tutto. Versare a cucchiaiate la salsa agrodolce ottenuta sui carciofi. Rimescolare piano per non rompere i carciofi. Raggiunge il top dopo una notte di riposo… e non vi scordate di metterci vicino un filone di pane :)))
* correzione doverosa: noi siculi usiamo dire “bianche” le classiche olive verdi, per distinguerle dalle nere.
paoletta,
sono una americana ed ero studentessa d'italiano. ho tradotto la ricetta ad inglese e mi piacerebbe provarla nella mia cucina. ho una domanda. che tipo di aceto si usa? Grazie!!
ciao paoletta,
volevo invitarti nel mio nuovo blog di cucina..
è nato oggi, ha solo una ricetta .. però spero possa essere carino per voi professionisti..
il mio primo post è la ricetta della vera caponata palermitana.
la ricetta è quella trazionale, antichissima !
chi di voi è curioso passi pure.. io e la mia gatta medea vi aspettiamo ..
grazie
valentina – una pittrice ai fornelli