Biscotti da famiglia

Come dicevo per i pasticcini di riso, le ricette del mitico Artusi, che pure nulla ha da invidiare agli oggi chef famosi, sono ricette che profumano di casa, di famiglia appunto!

Come questi biscotti appena sfornati..

 


Li leggevo sempre sul libro, che comunque potete scaricare
qui, ma non li avevo mai fatti, chissà perchè… poi li ha pubblicati Diletta, e me ne sono innamorata!
Io li ho rifatti secondo la forma che descriveva l’Artusi, anche se quella di Diletta mi piaceva moltissimo, voi usate lo stampino che preferite, tanto son buoni comunque, leggerissimi, delicati e profumati… ah sono adatti anche a chi è intollerante alle uova e ai bambini, anche piccoli. Perchè in fondo, cos’altro c’è se non ingredienti semplici come farina, zucchero e latte? eppure…
 
Una sola cosa mi raccomando, usate l’ammoniaca per dolci, come da ricetta, non sostituite con lievito chimico, perchè mai e poi mai quest’ultimo potrà conferire la stessa croccantezza e al tempo stesso la leggerezza e la fragranza dell’ammoniaca
 
Ah, dimenticavo… hanno un difetto grosso, con le dosi delle ricetta ne vengono pochi 😉
Ve la riscrivo qui come la scrive l’Artusi, e di seguito come ho fatto io…
 
BISCOTTI DA FAMIGLIA
«Sono biscotti di poca spesa, facili a farsi e non privi di qualche merito perché posson servire sia pel the sia per qualunque altro liquido, inzuppandosi a maraviglia. Farina, grammi 250. Burro, grammi 50. Zucchero a velo, grammi 50. Ammoniaca in polvere, grammi 5. Una presa di sale. Odore di vainiglia con zucchero vanigliato. Latte tiepido, un decilitro circa. Fate una buca nel monte della farina, poneteci gl’ingredienti suddetti meno il latte, del quale vi servirete per intridere questa pasta, che deve riuscir morbida e deve essere dimenata molto onde si affini; poi tiratene una sfoglia grossa uno scudo, spolverizzandola di farina, se occorre, e per ultimo passateci sopra il mattarello rigato, oppure servitevi della grattugia o di una forchetta per farle qualche ornamento. Dopo tagliate i biscotti nella forma che più vi piace, se non volete farne delle strisce lunghe poco più di un dito e larghe due centimetri come fo io. Collocateli senz’altro in una teglia di rame e cuoceteli al forno o al forno da campagna.» 
 
Ho setacciato la farina (250gr) con l’ammoniaca (5gr) e un pizzico di sale, poi ho aggiunto il burro (50gr) e sfregato insieme alla farina così come si fa per la frolla, poi ho aggiunto lo zucchero a velo (50gr) che tengo in dispensa fatto da me, aromatizzato alla vaniglia, la buccia di 1/2 limone grattato e il latte (100ml).
Ho lavorato circa 7/8 minuti l’impasto che poi ho steso in un rettangolo di circa 1/2 cm. di spessore. Ho passato il matterello rigato e tagliato in pezzi di circa 6 o 7 cm. x 2 o 3 c. ma fateli come vi piace, anche con lo stampino!
Li ho messi in una teglia coperta di carta forno e infornati a 180° fino a doratura.
Si conservano benissimo in una scatola di latta o biscottiera di vetro.
 
Ah, e come dice l’Artusi, si inzuppano a maraviglia!
 
p.s. Diletta dice che secondo lei è una frolla povera, secondo voi si potrebbe usare il lievito chimico e provarla per una crostata? Se qualcuno ci prova, ditemelo, eh?
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